Farsi una risata? È da persone serie

Il titolo è di Repubblica e la base è scientifica. Carlo Bellieni, docente di Pediatria, lo spiega in un articolo (nell’inserto “Salute” del quotidiano) che indaga gli effetti del buon umore su di noi.

Una ‘risata’ – ritmica e volume alto – è simile ad un segnale di allarme; anzi, di cessato allarme. Ma quale? Quello di aver trovato qualcosa di insolitamente freddo, ripetitivo. Perché le cose fredde e/o ripetitive ci allarmano e generano ansia. Con la risata il nostro istinto si ribella.

Pensiamo al solito macigno che cade su Willy il Coyote: non muore mai, e ricompare buffamente ammaccato. Ci sentiamo dunque sollevati, avendo evitato un epilogo drammatico, e ridiamo.

Del resto, aggiungiamo noi sul piano linguistico-retorico, anche l’ironia – figura retorica tra le più complesse e difficili da realizzare – serve per mutare il registro di senso e generare un sorriso salvifico: per sollevare gli animi di quelli che leggono o ascoltano cose molto serie in contesti ancora più seri. E salvarli.

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