Luoghi comuni, espressioni trite e ritrite, scorciatoie linguistiche: la sciatteria della scrittura trova la sua massima espressione nella stampa. Ne parla proprio un giornalista, Maurizio Assalto, che in un bell’articolo apparso oggi su Linkiesta fa un po’ a pezzi un certo linguaggio del giornalismo (come è giusto fare anche del burocratese, del giuridichese ecc.).
Qui a Retoricamente non possiamo che essere dalla parte sua e di quelli che, come lui, affrontano questi problemi nei rispettivi ambiti.