L’Italia dei “pasticceri” (o dei pasticcioni?)

Chiariamo subito: la grafia corretta è PASTICCIERI. Ma il titolo ‘sbagliato’ serve per tornare, ancora una volta, sulla questione dell’Italia sgrammaticata, messa bene a fuoco da un articolo di Guia Soncini per Linkiesta.

“Certi sfondoni” – sostiene – sono molto frequenti anche tra chi l’italiano dovrebbe conoscerlo bene”. E racconta un divertente aneddoto personale su un suo articolo, il termine ‘pasticcieri’ e la pretesa di un caporedattore di correggerlo con “pasticceri”.

In buona sostanza, sottolinea come – tra i tanti che, nei giorni scorsi, hanno passato le ore sui social a indignarsi per l’ “inpiegato” sul modulo del parlamentare – molti potrebbero avere più di uno scheletro simile nell’armadio. Ma sono pronti a diventare ipocriti fustigatori degli svarioni altrui.

Sempre loro, aggiungiamo noi, sui social fustigano il prossimo esibendo un italiano altrettanto non corretto (siamo al paradosso); e, magari, anche questo post attiverà il genio a riposo pronto ad eccepire la scorrettezza del titolo (senza leggere nemmeno la prima riga di spiegazione…).

Sì, è corretto: il problema che spesso si affianca all’ignoranza è la presunzione. Spesso mista a vile ipocrisia.

Meritiamo un Paese di “inpiegati pasticceri deficenti”?

Per approfondimenti:

Guia Socini, Ho molti amici pasticcieriLa domenica in cui l’Italia sgrammaticata si è indignata per l’ignoranza di Fontana, in Linkiesta, 18 ottobre 2022

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