Ecco l’eloquio-sproloquio della Leosini, tornata qualche giorno fa in tv con il suo “Storie maledette”.
Rendiamo onore ai suoi 86 anni e al suo 6,2% di share, ma non al suo programma e al suo linguaggio. Quella del titolo, e altre perle (“Era sincero con lei? O era solo una storia scopereccia?”), sono state offerte agli spettatori (tantissimi le sono, più che affezionati, devoti) in una escalation di morbosa rievocazione dell’ennesimo crimine. Crimine che, a dire il vero, sembra essere solo un’occasione per consentire alla conduttrice di immergersi nel torbido dei rapporti umani, in un atteggiamento che strizza l’occhio al voyeurismo e al boccaccesco.
Abbiamo indubbiamente dimenticato qualche buona indagine giornalistica e qualche buona intervista sui “crimini”, che in passato pure sono state realizzate e offerte al pubblico. Ma oggi l’offerta è decisamente diversa, perché forse è diverso il pubblico.
Il problema è che il pubblico è la società.
(articolo di Rodolfo Varano per il Lapidario – Blog)