L’analogico che ‘vive’ e batte il digitale

Sembra incredibile, ma da mesi è in corso la tendenza al recupero dell’analogico, che potremmo anche semplicemente definire come “il ritorno dei bottoni”.

C’è voglia di fisicità, sia sugli apparecchi elettronici che sui cruscotti delle auto. Del resto, la scelta infinita offerta dal digitale può essere spiazzante; i pulsanti analogici, invece, ci permettono di focalizzare l’attenzione su un numero più gestibile di scelte, essere anche più produttivi ed emotivamente appagati.

Pensate, infatti, anche alla stessa parola ‘pulsante’: è un participio presente di ‘pulsare’, riferito anzitutto ad arterie e vene. Anche se l’etimologia corretta del sostantivo ci riporta al francese ‘pousser’ (‘spingere’,) è piuttosto piacevole collegarlo alla pressione del sangue nelle vene e a quanto questo elemento analogico sia così ‘umano’ rispetto a tutto ciò che è invece ‘digitale’.

Tutti prefigurano il futuro, grande successo del metaverso (di fatto, l’esasperazione del digitale e del virtuale): e se si sbagliassero?

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