Ve lo ricordate il Verdone-politico “sembre teso” (1982)? A parte le favolose storpiature comiche, la parola “tesi” crea qualche problema, anche a giornalisti e attori che più di altri dovrebbero essere attenti a come pronunciarla.
Perché? Perché ‘tesi’ è una delle parole omografe presenti nella lingua italiana: parole che hanno la stessa grafia ma differiscono nella pronuncia.
Infatti occorre distinguere tra il sostantivo femminile ’tèsi’ (con la ‘è’ appunto aperta) (ad es., tesi di laurea) e l’aggettivo ’tési’ dal verbo ‘tendere’, che va invece pronunciato con la ‘é’ chiusa (‘sembre téso’, appunto).
Non è forse facile e non sempre lo si sente fare; a differenza, magari, di qualche altra omografia, più conosciuta (come ‘cólto’, cioè istruito, ben diverso dal ‘còlto’, nel senso di ‘raccolto’).
Perché, forse, noi siamo “sembre tési” a non chiederci mai né come né perché…
Per rivedere il politico Verdone “sembre teso”: