Sfangare o sfangare?

In rete (e soprattutto nei social) troviamo molti esempi di “L’ho svangata!” accanto a “L’ho sfangata!” per dire “ce l’ho fatta!”, “mi sono tolto d’impaccio!”, probabilmente dovuti agli scambi tra [f] e [v] che avvengono nel parlato. 

C’è però da chiedersi se ‘sfangare’ e ‘svangare’ siano varianti dello stesso verbo e dunque possano essere usati entrambi nel senso di ‘sottrarsi da una situazione problematica’, ‘cavarsela’.

Basta poco per comprendere che soltanto ‘sfangare’ si dovrebbe adoperare con questo significato: superare (spesso a fatica) una situazione di difficoltà è un po’ come uscire appunto dal fango, pulirsi dal fango.

La vanga serve invece per scavare e quindi ‘svangare’, figuratamente, significa riaprire questioni che si consideravano chiuse, su cui (per usare un’altra metafora) si era messa “una pietra sopra”.

Il senso di svangare è dunque quasi l’opposto di quello di sfangare. Ce lo ricorda anche l’Accademia della Crusca, che ci aiuta molto spesso a ‘sfangarla’…

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