Fico vs. Casellati: una prima analisi testuale e retorica dei discorsi di insediamento alla Camera e al Senato

I discorsi di insediamento dei nuovi Presidenti di Senato e Camera rappresentano un primo test di comunicazione (per quanto istituzionale) della nuova legislatura. Diciamo subito che non sorprendono e non prendono particolarmente, per quanto può interessare la nostra analisi (che, si badi sempre bene, non è politica). Partiamo da alcuni ‘numeri’. Il discorso della Casellati è di 1.283 parole, distribuite in 58 frasi; quello di Fico è di 1.434 parole, distribuite in 64 frasi. L’indice di leggibilità è più o meno simile. La Casellati fa uso di 629 parole diverse; Fico di 644 (ma in un discorso leggermente più lungo). Le frasi della Casellati sono in media costruite con 22 parole; poche parole in meno, invece, per Fico. Stessa media per entrambi quanto alla struttura delle parole (2,4 sillabe per parola).

Quanto alla ricorrenza di parole-chiave, si segnala l’utilizzo, per la Casellati, di ‘istituzioni’ e ‘Italia’ (6 volte), ‘primo’, ‘ruolo’, ‘Paese’, ‘oggi’, ‘vita’ e ‘partire’ (5 volte), mentre per Fico di ‘cittadini’ (ben 13 volte), ‘Parlamento’ (11 volte), ‘oggi’ (8 volte), ‘Aula’ (7 volte), ‘fiducia’ e ‘impegno’ (5 volte).

Il discorso della Casellati è leggermente più formale, anche lessicalmente oltre che strutturalmente. Presenta un esordio ed un epilogo all’insegna del richiamo, completo, alle autorità, ai predecessori e al contesto internazionale; quello di Fico è più essenziale, almeno in queste parti. Più in generale, il discorso della Casellati sembra animato in particolar modo da un logos composto ed istituzionale; quello di Fico, invece, denota un più marcato (ma sempre contenuto) dominio da parte del pathos, apparendo nel complesso più emotivo ed umano. In entrambi, il riferimento alla responsabilità e all’emozione che ne derivano, e alcune digressioni a fatti storici ed esempi civici (le eroine del Risorgimento, la lotta per la Liberazione, i magistrati e gli eroi civili per la Casellati; il nazifascismo e l’eccidio delle Fosse Ardeatine per Fico).

Relativamente all’uso di figure retoriche pure, in entrambi i discorsi c’è poco da segnalare. Solo una anafora (o iterazione) utilizzata da Fico nella parte finale del discorso (“Così, ogni richiesta di pizzo … Ogni ragazzo che abbandona la scuola … Ogni individuo che non riesce a vivere un’esistenza dignitosa…”).

Quanto, infine, alla gestualità e all’uso della voce, nulla da segnalare: entrambi composti ed istituzionali, ed entrambi non particolarmente brillanti quanto a intonazione e cadenza.

24 marzo 2018 – Discorsi di insediamento dei Presidenti di Camera e Senato

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