25 anni fa l’ultimo discorso di Craxi al Parlamento: uno straordinario documento storico, politico e retorico

Il 29 aprile 1993, esattamente 25 anni fa, Bettino Craxi pronunciava il suo ultimo discorso al Parlamento prima del voto dei deputati chiamati a esprimersi sulle autorizzazioni a procedere contro di lui chieste dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta Mani Pulite. Craxi pronunciò un discorso dall’enorme significato politico e giudiziario, ma anche di grande levatura oratoria e retorica.

Lesse per 45 minuti un discorso limato fino all’ultimo minuto. Due i cardini: un’ammissione e un attacco. L’ammissione era l’esistenza di un sistema illecito di finanziamento dei partiti, un’illegalità divenuta sistema, consolidata negli anni e trasversale a tutte le forze politiche: “Tante verità negate o sottaciute sono venute una dopo l’altra a galla e tante altre ancora ne verranno. E mentre molti si considerano tuttora al riparo, dietro una regola di reticenza e di menzogna, non si è posto mano a nessun rimedio umano, ragionevole e costruttivo”.

L’attacco era per la magistratura e la stampa: i pubblici ministeri non hanno svolto indagini, sostiene Craxi, ma hanno fatto un uso disinvolto dei poteri giudiziari, costruendo “teoremi”, imponendo “ipotesi accusatorie viziate, perché costruite da una sommatoria di notizie di reato artefatte”. Con ciò hanno provocato morti, spinto al suicidio, determinato infarti, in una spirale di “violenza giudiziaria” che ha distrutto uomini e famiglie. Hanno realizzato “arresti illeciti, facili, collettivi, spettacolari e perfino capricciosi”. Hanno prodotto “violazioni sistematiche del segreto istruttorio”. Hanno costruito una “giustizia che funziona a orologeria politica”.

Quanto alla stampa, essa ha seguito i pubblici ministeri con campagne a senso unico, umiliando le ragioni degli inquisiti, avvalendosi di una sistematica violazione del segreto istruttorio, conducendo processi mediatici e irrogando pene anticipate: “I giornali hanno ruotato sovente attorno a slogan e a brutali semplificazioni”.

Il discorso dell’aprile 1993 sviluppa la chiamata di correo sul finanziamento illegale ai partiti che Craxi fece alla Camera dieci mesi prima, il 3 luglio 1992, durante il dibattito sulla fiducia al governo Amato. In quell’intervento, il segretario socialista nega di avere responsabilità nel sistema della corruzione, che pure è diventato “una rete di corruttele grandi e piccole, tanto estesa e ramificata da legittimare un vero e proprio allarme sociale”. Ma ammette il finanziamento illegittimo: “Nessun responsabile di organizzazioni importanti può affermare di non avervi mai fatto ricorso”, scandisce.

In quest’aula e di fronte alla Nazione penso si debba usare un linguaggio improntato alla massima franchezza”, senza “nobili e altisonanti parole di circostanza che molto spesso hanno tutto il sapore della menzogna …  Bisogna dire, e tutti lo sanno, che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale …  I partiti sono ricorsi e ricorrono all’uso di queste risorse aggiuntive …  Se gran parte di questa materia deve essere considerata puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’aula che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo. Presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro”. Nessuno si alzò. E dieci mesi dopo (appunto, il 29 aprile 1993) quell’aula lo assolse, bocciando a maggioranza quattro delle sei richieste di autorizzazione a procedere. Una vittoria in Parlamento che si trasformò in pochi minuti in una disfatta politica e umana a livello nazionale. L’indignazione scattò in tutta Italia, con manifestazioni e proteste contro il ‘salvataggio’ del segretario del Partito Socialista, realizzato da quella che ancora non ancora non veniva chiamata “casta”.

Il giorno dopo è quello delle manifestazioni di protesta contro l’esito del voto. E l’immagine dello straordinario oratore, accolto dal lancio di monetine fuori dall’Hotel Raphael, diviene l’immagine-simbolo della fine di Craxi e della Prima Repubblica.

 

Discorso tenuto dall’On. Bettino Craxi il 3 luglio 1992 (testo) – Leggi il pdf

Discorso tenuto dall’On. Bettino Craxi il 29 aprile 1993 – (Atti parlamentari – Resoconto stenografico – pp. 68-76) – Leggi il pdf

Discorso tenuto dall’On. Bettino Craxi il 29 aprile 1993 (testo) – Leggi il pdf

 

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