Liberi di travisare

La narrazione è una delle parti fondamentali del discorso persuasivo retorico. Ma c’è da chiedersi: nella narrativa, cosa è preferibile tra una descrizione analitica di cose e persone, e una descrizione che invece lasci libero il lettore di interpretare e immaginare?

“Il lettore ha il diritto di travisare (…). La lettura è un processo tra libro e lettore, non tra lettore e scrittore. Quando leggo ‘Il nome della rosa’ non mi interessa molto come Umberto Eco si sia immaginato il frate Guglielmo. Il frate che prende forma nella mia testa è il mio frate Guglielmo”.

Così Lee Young-do, celebre autore fantasy sudcoreano ora anche in Italia con la serie di libri “Il cuore dei naga”, in un’intervista oggi su Repubblica.

Probabilmente, le descrizioni analitiche in qualche modo finiscono per definire davvero troppo, imbrigliando e talvolta anche annoiando. In un certo tipo di narrativa (ma anche di cinematografia), è forse molto più interessante il sussurro e l’abbozzo, capaci di stimolarci ma di lasciarci comunque liberi.

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