“L’insostenibile leggerezza dell’essere”: forse il più famoso ossimoro della letteratura. Un ossimoro, cioè una figura retorica, realizzato attraverso l’accostamento di parole originariamente contrapposte per significato o ambito, che non dovrebbero teoricamente poter convivere. E invece ecco come l’accostamento delle parole “insostenibile” e “leggerezza” crea un cortocircuito semantico: è allo stesso tempo attraente e straniante, portando con sé l’incapacità di comprenderne al volo il senso e il desiderio di scioglierne il mistero.
Nessuno è sicuro di aver capito cosa il titolo voglia dire, neanche una volta che, finalmente, abbia letto il libro. Insomma, un capolavoro a prescindere.
Immagine: Max Ernst, Les Pléiades (1920), poi utilizzata per la copertina dell’edizione Adelphi de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. P.S. la scritta l’abbiamo aggiunta per consentire la pubblicazione dell’immagine, che i social puritani impedirebbero trattandosi di ‘nudità’….