Il “sacco di soldi” che non è più una metafora

È divertente notare come, nelle notizie che trapelano sull’inchiesta relativa alle “mazzette europee”, si parli di “sacchi pieni di banconote“ ritrovati a casa di alcuni degli indagati.

Dunque, l’espressione “sacco di soldi” in questo caso sembra perdere il suo contenuto figurato.

Il termine ‘sacco’, nell’antichità, indicava genericamente un tessuto grossolano, solitamente di crine di capra, di colore bruno o nero (dal colore del mantello delle capre stesse), divenendo poi ‘contenitore’ e, infine, assumendo il senso figurato che tutti conosciamo, cioè quello di ‘grande quantità’.

Ma da ieri stiamo assistendo al suo uso nuovamente letterale, e non figurato: come contenitore. Il “sacco di soldi” che campeggia oggi sulle pagine di molti quotidiani non vuole solo far riferimento ad un valore importante di denaro, ma proprio a come il denaro pare sia stato conservato dagli indagati.

Quando la realtà supera la retorica…

p.s. a dire il vero, non è la prima volta che grandi quantità di denaro vengono conservate in ‘sacchi’. Non sappiamo se quelli ritrovati in questi giorni siano proprio di iuta o crine di capra. Magari sono pure biodegradabili, con un occhio all’ambiente…

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