Una banca chiede a Tizio di fare il nome di una persona che garantisca per lui; Tizio nomina il suo amico Caio e alla richiesta “Come facciamo a sapere che è una persona affidabile?”, Tizio risponde: “Lo è: ve lo assicuro io”.
Sapete di cosa si tratta? È il cosiddetto ragionamento circolare. Nel ragionamento circolare si anticipa qualcosa che la conclusione del ragionamento stesso dovrebbe stabilire attraverso una ‘argomentazione’, cioè attraverso un percorso che parta da una premessa e giunga ad una conclusione attraverso un ragionamento logicamente corretto. Nonostante la sua manifesta infondatezza, questo tipo di argomentazione (in realtà assente) può risultare comunque persuasivo se il destinatario non si accorge dell’errore logico che ha di fronte; cioè se il destinatario si lascia sedurre dall’apparente validità del ‘ragionamento’.
Purtroppo, il ragionamento circolare è uno dei principali problemi della comunicazione contemporanea, perché è un errore logico (o fallacia argomentativa) presente in moltissime manifestazioni del pensiero (dalla politica alla giustizia, passando per il giornalismo). Anche alla base di tante fake news.