Dobbiamo imparare dagli americani?

Il Corriere della Sera ha recentemente (24 giugno) segnalato come il public speaking sia l’asso nella manica anche per gli odierni maturandi. Ma dove lo apprendono? Ebbene, l’autorevole testata segnala l’esperienza di un maturando (di un liceo scientifico milanese) che se ne servirà avendolo appreso negli Stati Uniti.

Un’esperienza all’estero durata 12 mesi, durante i quali lo studente ha appreso e affinato una competenza ‘poco’ coltivata nelle scuole italiane: il Public Speaking, ovvero la capacità di parlare in pubblico e migliorare le proprie competenze argomentative. «Sono convinto che mi aiuterà moltissimo per gli orali – dice Elia -. La utilizzerò per affrontare le sfide che mi lanceranno i commissari esterni».

Purtroppo è così: all’estero, e in particolare negli Stati Uniti, viene prestata senza dubbio maggiore attenzione a questa competenza, con specificità che non possono essere ignorate (concisione e immediatezza). Spiace tuttavia dover notare come l’Europa, e in particolare l’Italia, sia particolarmente indietro nella adeguata valutazione della oratoria e della retorica, utilizzabili efficacemente in qualunque campo del sapere.

Lo sapevano i greci, i romani e ora lo sanno anche gli americani perché glielo abbiamo insegnato noi. Ma noi ce ne siamo progressivamente dimenticati. Così inclini ad uno studio della classicità ormai troppo fine a se stesso.

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