La politica italiana è una babèle?

Il termine ‘babèle’ presuppone l’uso antonomastico del nome dell’antica città di Babele (chiamata anche, e più comunemente, Babilonia), nell’Asia Anteriore, erroneamente connesso nella Bibbia con l’ebr. bālal «confondere».

L’antonomasia è appunto una figura retorica consistente nel sostituire il nome di una persona o di una cosa con un appellativo o una perifrasi che lo identifichi inequivocabilmente. “Babèle” viene così ad indicare un luogo di disordine o la confusione stessa.

A Babilonia era stata costruita, secondo il racconto della Genesi, una torre che voleva dimostrare l’uguaglianza degli uomini con Dio, con un atto di empia superbia. In seguito a ciò, come noto, per punizione gli idiomi dei popoli furono confusi e non vi fu più la primigenia lingua universale.

Tale edificio allude alla principale ziggurat di Babilonia (“Babele” è sinonimo di Babilonia), chiamata Etemenanki, centro religioso principale della città e di tutta l’area circostante. Dedicata al dio Marduk, nel periodo di Nabopolassar era alta 30 cubiti (circa venti metri). Altri studiosi pensano che fosse ispirata agli ziggurat di Ur o di Borsippa, sempre in Babilonia.

Questo episodio biblico viene rappresentato ne “La grande torre di Babele” di Pieter Bruegel il Vecchio, dipinta nel 1563. Un interessante articolo (che indichiamo in calce) analizza proprio l’opera di Bruegel e le connotazioni simboliche.

Perché parlare di babele e politica, come nel titolo del post? Perché termini come democrazia, liberalismo, economia di mercato, autarchia, liberismo, dirigismo, sovranismo, socialdemocrazia, stato sociale, destra e sinistra vengono oggi usati con riferimento a fenomeni che nulla, o quasi, hanno a che fare con quelle parole ed i loro significati originari. Si è dunque di fronte ad una babele di linguaggi che ha determinato un disorientante labirinto comunicativo. Che forse un giorno vedremo ritratto in opere pittoriche o di altro genere.

 

“Simboli della Torre di Babele di Bruegel”, Polisemantica – Leggi l’articolo

 

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