Era ora (di vedere un film così)

L’espressione “era ora”, che nella scrittura vede spesso l’aggiunta del punto esclamativo e nell’oralità un’adeguata intonazione (indici rivelatori di un plusvalore di senso), è una costruzione retorica particolarmente utilizzata. Può indicare attesa finalmente soddisfatta, rimprovero misto a compiacimento, e tanto altro.

Ma, nel caso del titolo di questo recente e bellissimo film di Alessandro Aronadio, da lui scritto insieme a Renato Sannio, diventa una metafora spazio-temporale efficacissima.

La storia di base è semplice: il protagonista ogni giorno si ritrova a festeggiare il suo successivo compleanno, perché nella vita non ha mai dato la giusta importanza al tempo e al modo migliore per usarlo. Quello che accade a ogni risveglio lo dovete scoprire guardando il film, con Edoardo Leo e altri bravissimi interpreti, e ispirato da un film australiano dal titolo “Long Story Short” (in italiano tradotto con “Come se non ci fosse un domani”).

La storia è comunque ben sviluppata, con dialoghi e interpretazioni davvero efficaci, sicuramente capace di piacere anche all’estero (“Still Time” è il titolo prescelto).

Protagonista assoluto: il tempo, vera valuta pregiata della nostra epoca. La cosa più preziosa che un uomo possa possedere e spendere, come già suggeriva l’allievo di Aristotele, Teofrasto. E questo 2300 anni fa: pensate oggi quanto può valere.

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