Il ponte sullo stretto: da metafora a mito

Quella del ponte sullo stretto di Messina è “solo retorica”? No, no: è anche retorica, e vi spiego perché.

Il ‘ponte’, nel significato principale e denotativo, è un “manufatto di legno, di ferro, di muratura o di cemento armato che serve per assicurare la continuità del corpo stradale o ferroviario nell’attraversamento di un corso d’acqua, di un braccio di mare, o di un profondo avvallamento del terreno”. Poi, a seguire, ci sono almeno una decina di altri significati denotativi ma specifici di alcuni contesti (pensate al ‘ponte’ in odontoiatria, o a quello dal meccanico).

Quello che però ci interessa è il suo uso figurato (connotativo). Qui la parola ha in genere il significato di “mezzo di passaggio da un punto a un altro, collegamento”. Ed è in questo contesto che può appunto essere inquadrato il “ponte sullo stretto”: una ‘metafora’ (figura retorica) individuata graficamente da un’immagine (il suo ormai eterno progetto) che – nel tempo – si è caricata di ‘simbolismo’, perché capace di evocare il superamento delle difficoltà e dell’insuperabile, e il congiungimento di ciò che è sempre stato diviso.

Tra un altro po’ di tempo, se ancora non realizzato, assisteremo al suo passaggio nella categoria dei ‘miti’, perché capace di polarizzare le aspirazioni di una comunità o di un’epoca.

A voi come piace di più?

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