“Usare parole straniere è snobismo radical chic”, dice il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “La consacrazione della lingua nazionale è in molte Costituzioni”.
Il Ministro intervistato da Il Messaggero, che nei giorni scorsi ha lanciato una campagna sulla lingua da difendere, dice: «La consacrazione della lingua nazionale è in molte Costituzioni, di gran parte dei Paesi non solo europei. Quindi si tratta di essere coerenti con altre grandi nazioni europee e occidentali». Il ministro ricorda che l’Accademia della Crusca «ha costituito al suo interno un gruppo di lavoro, che ha scelto anche un bel nome latino, “incipit”, che prova a suggerire definizioni alternative italiane a definizioni straniere abusate nella comunicazione pubblica». Mentre «un certo abuso dei termini anglofoni appartiene a un certo snobismo, molto radical chic. Che spesso nasce dalla scarsa consapevolezza del valore globale della cultura italiana. E anche della sua lingua, che invece è ricca di vocaboli e di sfumature diverse». Non è una battaglia di retroguardia «ma solo se sei ben saldo nelle tue radici puoi aprirti al mondo».
Siamo d’accordo con il Ministro. Ora però occorrerà valutare le mosse conseguenti.