L’abete che non muore mai: simboli e tradizione

È tradizione decorare un abete durante il periodo natalizio. Ma conosciamo l’origine di questa tradizione? 

Si pensa sia nata in ambito pagano: poiché l’abete è una pianta sempreverde, i Druidi – i sacerdoti celti – fecero di quest’albero un simbolo di vita e lo onoravano in varie cerimonie. Anche i Romani,  alle calende di gennaio (il primo giorno di quel mese), usavano regalarsi un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna.

L’idea dell’abete come rappresentazione della vita eterna venne, poi, ripreso dai cristiani, che ne fecero il simbolo di Cristo stesso oppure, secondo altre leggende, dell’albero della vita di cui parla la Bibbia o di quello del bene e del male, che crescevano entrambi nell’Eden.

Poi c’è stata la psicologia. E allora le riflessioni sul significato dell’albero si sono moltiplicate, a partire da C. G. Jung.

L’albero di Natale, con le sue decorazioni e le luci scintillanti, si inserisce nel cuore dell’inverno e rappresenta la luce, il rinnovamento della vita, la rinascita. Uno dei canti natalizi più famosi, “O tannenbaum” (“Oh albero”), canto popolare tedesco di inizio ‘800, celebra proprio l’abete e la caratteristica che lo rende così speciale e magico, ovvero la capacità di restare sempre verde mentre gli altri alberi perdono le foglie.

L’albero di Natale simboleggia quindi la speranza, la perseveranza, la fiducia, la forza che possono sostenerci anche nei momenti più difficili.

Lo sviluppo in verticale dell’abete, enfatizzato dall’usanza di mettere sulla sua cima un puntale, richiama il nostro bisogno di avvicinarci al divino e allo spirituale e fa dell’albero di Natale uno strumento di comunicazione tra cielo e terra. 

*Immagine: Henry Mosler (1841-1920), “La mattina di Natale”, 1916

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