Il merlo maschio, corteggiatore per antonomasia

«Il merlo maschio» è il film che fa conoscere il compianto Lando Buzzanca a livello internazionale. Commedia sexy all’italiana del 1971, diretta da Pasquale Festa Campanile, consacra l’attore siciliano nel mondo. E il cinguettio del “merlo maschio” è la specializzata imitazione che fa innamorare la bella Laura Antonelli del simpatico Buzzanca. Che però è un perdente che nella vita trova un motivo di rivalsa sfoggiando con chiunque le grazie di quella che nel frattempo è divenuta la propria moglie.

Del resto, tra tutti i versi degli uccelli si distacca il fischio del merlo, inconfondibile da ogni altro. Ma forse pochi sanno che il film è tratto da un breve racconto, “Il complesso di Loth”, di Luciano Bianciardi (che partecipò anche al film come attore). Racconto nel quale il sesso si erotizza attraverso la fotografia (e infatti nel film Buzzanca comincia proprio da questa pratica).

Bianciardi non era un autore alla moda. Era un uomo di poche parole, uno scrittore che ai salotti intellettuali preferiva lo studio, e la sua vita, finita a 49 anni per problemi di alcol proprio dopo l’uscita del film, non ha contribuito a far conoscere le sue opere al grande pubblico. 

Nelle sue opere ha spesso sottolineato come il peso della performance, la competitività nel lavoro e negli affetti, tutto diventi una corsa per accaparrarsi di più, che siano soldi, partner o attenzioni. E ciò a scapito di molte altre riflessioni e valutazioni.

Ma, nel frattempo, l’espressione “merlo maschio” è divenuta figura retorica (antonomasia) per indicare il corteggiatore. Eppure, se ci si ricorda del film e anche del racconto di Bianciardi, c’è poco da esserne fieri. 

Perché, in fin dei conti, si può anche saper fischiare, ma poi il problema è capirsi davvero.

#LandoBuzzanca #Ilmerlomaschio #LauraAntonelli #PasqualeFestaCampanile #film #commediaallitaliana #commediasexy #LucianoBianciardi #ilcomplessodiLoth #comunicazione #linguaggio #retorica #figureretoriche #antonomasia 

Back to Top