Febbre da cammello

Ma non si dice febbre da cavallo? Certo. E perché? Si tratta di un’espressione figurata (cioè una figura retorica) che indica una febbre così alta che, in certi casi, può essere addirittura molto pericolosa. Esattamente come nei cavalli, che hanno una temperatura corporea simile a quella degli uomini ma per i quali una febbre sopra i 40 gradi può essere particolarmente pericolosa.

Poi l’espressione figurata viene ad estendersi, ricomprendendo anche una vera e propria smania (forse per le convulsioni per la febbre troppo alta?). E qui la citazione dell’omonimo film di Steno del 1976 (con Gigi Proietti ed Enrico Montesano) è d’obbligo: la febbre da cavallo guida un gruppo di amici, con la passione/smania per le corse dei cavalli…

E cosa c’entra, allora, il cammello della foto in copertina? Perché in Qatar mica ci sono solo i mondiali di calcio! Qualche giorno fa si è appena conclusa la “Coppa del Mondo” di bellezza dei cammelli. I giudici valutano, fotografano e votano: naso, labbra, lunghezza del collo, testa, belle gambe, posizione della gobba. The body, insomma (e senza ritocchi, assolutamente vietati).

Da loro, la febbre è da cammello. A ognuno la sua figura retorica.

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«Il cammello per noi è tutto. Ci ha fatto viaggiare per secoli, quando eravamo miseri, ci ha nutrito con carne e latte, la sua pelle è servita per ornamenti e tessili. Ci ha fatto anche da navigator perché un cammello sa sempre tornare a casa»

https://www.repubblica.it/sport/calcio/2022/12/03/news/cammelli_concorso_bellezza_qatar-377354574/

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