Ricordate quello che dice l’odiato vicino Mezzacapa ai fratelli Caponi in “Totò, Peppino e la malafemmina” sulla nebbia di Milano? “Quando c’è la nebbia non si vede”.
E badate bene: senza virgola dopo nebbia. Altrimenti sarebbe troppo facile, e non potremmo spiegare quella che è una fallacia argomentativa; esattamente, una fallacia dell’accento.
Di cosa si tratta? Le fallacie sono simili alle illusioni ottiche, ma realizzate sul piano verbale. E la fallacia dell’accento gioca su una ambiguità di senso determinata dallo spostamento di ‘accento’ (cioè di importanza) su uno o più elementi di una stessa frase. Questo ‘accento’ può portare a diverse e possibili interpretazioni. Certo: nello scritto la punteggiatura, nel parlato l’intonazione potranno aiutare chi legge o ascolta a capire quale interpretazione è da preferire.
Ma Totò e Peppino, qui, appaiono dubbiosi: a Milano, quando c’è, la nebbia non si vede… O forse no: a Milano, quando c’è la nebbia non si vede… Mah… l’unica cosa certa è che anche loro ci aiutano a far conoscere le difficoltà (e l’importanza) del linguaggio. E anche quanto si possa giocare con le parole e le intonazioni.
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“A Milano quando c’è la nebbia non si vede!”
“Ma come facciamo a capire che c’è questa nebbia se non si vede?”