Lillo ci insegna cosa sono gli intercalari

Lillo, artista bravo e divertente, ci ricorda ogni tanto come anche gli americani utilizzino degli intercalari, simulando ad esempio l’intervista ad un fantomatico attore di lingua inglese che comincia puntualmente il discorso con suoni, versi, sillabe talvolta anche incomprensibili.

Ma cos’è un ‘intercalare’?

L’intercalare linguistico è una parola, una frase, una formula, un’esclamazione, che una persona parlando inserisce nel discorso, per impulso tra consapevole e inconscio, senza che abbia una precisa funzione espressiva, ripetendolo in modo ricorrente e costante con frequenza da inavvertita a ossessiva. Può caratterizzare un discorso e con questo una persona, come più spesso infastidire chi ascolta se diventa meccanico e insistito.

Il termine “intercalare” è ripreso dal nome usato nei calendari allorché si inserisce un perio- do di tempo in un sistema di misura per armo- nizzarlo con un altro, come nell’anno bisestile si inserisce un giorno, il 29 febbraio. 

Il fenomeno esiste in ogni lingua, come nei dialetti. Non è né nuovo, né recente ed è stato notato fin dall’antichità. Degli esempi?

vero, sai (o sapete), no?, (va) bene (o vabbe’), chiaro, così, ecco, cioè, insomma, non so, come dire, voglio dire, ti dico, per così dire, diciamo, fammi capire, guarda (o guardi), vedi (o veda), praticamente, tipo, un attimino, uhm, ehm, mhm.

E Lillo ci ricorda che gli intercalari ce li hanno anche quelli che parlano inglese (americano). Parole come “totally” ed espressioni come “you know” fanno parte degli intercalari inglesi (detti “filler words”) e vengono usate con moltissima frequenza. 

La loro finalità, qui e altrove? Per indicare che si sta pensando, per rendere un’affermazione meno brusca, per renderla più forte o più debole, per temporeggiare, per coinvolgere chi ascolta…

Tuttavia, soprattutto quando si riducono a semplici ‘mugugni’ o suoni indecifrabili, risultano fastidiosi o, anche, un po’ ridicoli (Lillo docet)…

Back to Top