26 giugno 1963: Kennedy parla ai berlinesi

Uno dei più famosi discorsi di John Fitzgerald Kennedy è quello pronunciato a Berlino (Ovest) il 26 giugno 1963.

In quella occasione il quarantaseienne Kennedy, cinque mesi prima di essere ucciso a Dallas, voleva comunicare la sua vicinanza e il sostegno degli Stati Uniti a tutta la città di Berlino, seppur divisa dal muro. Sapeva che, per uno straniero, non c’è modo più efficace di comunicare al cuore di una persona se non quello di farlo nella sua stessa lingua. Decise quindi di pronunciare, in una piazza gremita da mezzo milione di tedeschi, una frase caratterizzata dal senso d’appartenenza nella lingua locale, il tedesco: “Ich bin ein Berliner” (io sono un berlinese).

Il suo discorso, con dei passaggi a braccio, è più forte di quello preparato dai consiglieri ed è un capolavoro di retorica – una retorica classica e al tempo stesso semplice.

Questo il testo del passaggio più noto del discorso che Kennedy tenne quel giorno:

 

“Duemila anni fa, il più grande orgoglio era dire ‘civis Romanus sum’ (‘sono un cittadino romano’, ndr). Oggi, nel mondo libero, il più grande orgoglio è dire ‘Ich bin ein Berliner’ (‘Io sono un berlinese’, ndr).

Ci sono molte persone al mondo che non capiscono, o che dicono di non capire, quale sia la grande differenza tra il mondo libero e il mondo comunista. Che vengano a Berlino! Ce ne sono alcune che dicono che il comunismo è l’onda del progresso. Che vengano a Berlino! Ce ne sono alcune che dicono, in Europa come altrove, che possiamo collaborare con i comunisti. Che vengano a Berlino! E ce ne sono anche certe che dicono che il comunismo è un sistema malvagio, ma permette progressi economici. Lass’ sie nach Berlin kommen! Che vengano a Berlino!

La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma non abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro i nostri, per impedire loro di andarsene. Voglio dire a nome dei miei compatrioti che vivono a molte miglia dall’altra parte dell’Atlantico, che sono distanti da voi, che sono orgogliosi di poter dividere con voi la storia degli ultimi diciott’anni. Non conosco nessun paese, nessuna città, che è stata assediata per diciott’anni e ancora vive con la vitalità, la forza, la speranza e la determinazione come la città di Berlino Ovest.

[…] La libertà è indivisibile, e quando un solo uomo è reso schiavo, nessuno è libero. Quando tutti saranno liberi, allora immaginiamo quel giorno, quando questa città sarà unita e questo paese, come il grande continente europeo, sarà in un mondo in pace e pieno di speranza. Quando quel giorno finalmente arriverà, e arriverà, la gente di Berlino Ovest sarà orgogliosa del fatto di essere stata in prima linea per quasi due decenni.

Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. E, dunque, come uomo libero, sono orgoglioso di dire: ‘Ich bin ein Berliner’”.

 

J.F. Kennedy, 26 giugno 1963, Berlino – Video

 

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